Questo secondo lockdown mi sta mandando ai matti.

Non c’è una data di fine, non ci sono certezze…solo tanta confusione, tra colori, numeri, regole, scappatoie, pareri, desideri.

Tutto si confonde, e il non avere certezze è letale.

Mi manca da morire la possibilità di fare piani, viaggiare, andare in palestra, andare a cena fuori.

Mi sento come se mi avessero tolto a tempo indeterminato il diritto di vivere anzichè sopravvivere.

Tutto si riduce a lavoro (se sei fortunato e non lo hai perso) e casa, casa e lavoro … la vita dov’è mentre galleggio tra un devo, un dovrei ed un “non posso fare altro”?

E non è questione di un mese, 2 mesi, 3 mesi…è quasi un anno che andiamo avanti così, e non ci sono date nè certezze.

Ho bisogno di vedere la montagna e la neve, congelarmi fino al midollo e poi sciogliermi lentamente in un vecchio rifugio legnoso con un grande camino scoppiettante, mentre sbocconcello salumi e formaggi montani.

Mi manca passeggiare per le vie illuminate di una certa grande citta sabauda rimpiangendo stupidamente i mesi durante i quali ci ho vissuto, immaginando le vite che stanno dietro le porte e tra le strade, fantasticando su quale avrebbe potuto essere la vita di un’altra me, raggiungendo nei meandri del centro storico un molto folkloristico locale sovietico nel quale condividere una cena con il mio compagno.

Avrei una voglia matta di pianificare una gita estemporanea in Valle d’Aosta, trovare un B&B con il parquet per terra, partire con le sigle dei cartoni animati in sottofondo, fare una passeggiata serale ad Aosta, prendere la seggiovia il giorno dopo e andare su, quanto più su possibile in un solo giorno di permanenza.

Al momento tutto ciò sembra un miraggio irraggiungibile, un lusso immeritato ed un capriccio…ma è quello che facevamo prima, è quello che ricompensa la settimana passata a vendere il proprio tempo…no?

Se non posso lanciarmi in desideri tanto aristocratici, allora mi ridimensiono: mi manca da morire andare in palestra durane la pausa pranzo o dopo il lavoro e sudare via lo stress della giornata, tornare a casa con i muscoli spezzettati come un lego molto complesso e avere voglia di stare sul divano tutta la sera, anzichè starci perchè, cosa vuoi, non si può fare altro.

Vorrei poter scrivere alla mia povera vittima di tutti i giorni appena dopo pranzo che no, oggi non ne ho voglia di cenare a casa, andiamo al Mag? E sentirmi rispondere tra una sorriso sardonico e un’occhiata complice che è inutile che io tutti i giorni mi lamenti che non stiamo a dieta, se poi sono la prima a proporre di andare a scassarci hamburger, patatine e birra come ricompensa di una giornata storta, o come premio per una giornata particolarmente dritta.

Chissà se tra i sintomi del Covid-19 c’è insofferenza, rifiuto, ansia e demotivazione? Forse dovrei fare un tampone, a scanso di equivoci….